XXVIII
Zug, 2014/2017
a.
Haus / Atelier.
Il progetto di questa casa era l’idea di poter realizzare una casa-rifugio nella natura. Rifugio da cosa? Forse dalla routine verso cui la vita ci spinge, che impone a noi tutti per quanto ciascuno abbia le capacità di sottrarsene, più o meno.
Questa casa voleva essere un aiuto.
Se non casa rifugio, potevo chiamarla casa studio, se come piace a me, vedo nel “luogo studio” un luogo di “ricerca esistenziale”.
Per la funzione pensata, non occorrevano misure ambiziose, bastava che potesse contenere una zona giorno con cucina, un bagno ed una camera da letto, con uno spazio distributivo semplice che fosse capace però nel contenere librerie numerose.
Il progetto di questa casa era l’idea di poter realizzare una casa-rifugio nella natura. Rifugio da cosa? Forse dalla routine verso cui la vita ci spinge, che impone a noi tutti per quanto ciascuno abbia le capacità di sottrarsene, più o meno.
Questa casa voleva essere un aiuto.
Se non casa rifugio, potevo chiamarla casa studio, se come piace a me, vedo nel “luogo studio” un luogo di “ricerca esistenziale”.
Per la funzione pensata, non occorrevano misure ambiziose, bastava che potesse contenere una zona giorno con cucina, un bagno ed una camera da letto, con uno spazio distributivo semplice che fosse capace però nel contenere librerie numerose.
A questi spazi ho pensato che fosse utile aggiungerne uno interrato tipo cantina per accogliere vino, olio e prodotti dell’orto, oltre a tutto il genere che ben si conserva al “fresco”.
In un secondo momento al “padiglione originale” è stato da me aggiunto un altro più piccolo per ospiti.
Questi due padiglioni, collegati fra loro da un “passaggio con finestra”, sono schermati lungo tutto il loro perimetro da elementi verticali frangisole in legno. Sulle pareti esterne è stato applicata una malta a spruzzo di colore nero, tendente al verde.
Gli interni sono caratterizzati da pareti in laterizio a vista. L’utilizzo del laterizio finisce ad una altezza di due metri e venti, al di sopra della quale inizia l’utilizzo di malta bianca sul rimanente delle pareti e su tutti i soffitti a capanna tipo “padiglione”.
AM. 2018
Progetto:
Antonio Monaci Aerchitekt
Zug, 2014 / 2017